Saranno on line le carte dei processi sulle stragi di mafia del 1993

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Le carte delle stragi mafiose del 1993 – tra questa anche quella dei Georgofili a Firenze, protagonista di tre processi con sentenze oramai definitive – saranno digitalizzate. Nel Palazzo di Giustizia del capoluogo toscano è stata inaugurata la stanza che diventerà il Centro permanente di digitalizzazione degli atti processuali di interesse storico. Un contributo per una memoria da conservare (e studiare), ma anche un aiuto per chi, in quelle atti, abbia necessità di muoversi per future indagini o processi.

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Sono oltre novecento faldoni e 630 mila carte. Messe una dietro l’altra occupano 125 metri lineari, come cinque campi da tennis in fila E saranno i detenuti, diciotto, a riordinare e digitalizzare tutti quegli atti, coordinati da tre archivisti professionisti, permettendo loro, con un corso di formazione, una più facile reinclusione nel tessuto sociale una volta scontata la pena.

Le carte saranno anche messe on line sul portale della “Rete degli archivi per non dimenticare”, in questo caso sotto la guida del Centro di documentazione “Cultura della legalità democratica”: un’altra casa della memoria (https://www.toscana-notizie.it/web/toscana-notizie/-/custodi-della-legalita-a-firenze-l-archivio-della-memoria-sulle-stragi-e-la-mafia) che ha sede all’interno dei palazzi della Regione, frequentato da studiosi e scolaresche. Un archivio sui misteri e i poteri occulti, le stragi, l’eversione, la mafia e la criminalità organizzata, inaugurato proprio l’anno dopo l’attentato dei Georgofili.

L’idea di digitalizzare le carte delle stragi del 1993 arriva da lontano. Il progetto, a più mani, era stato promosso nel 2018 dalla Regione e dalla Procura di Firenze e la proposta poi accolta dal Ministero della giustizia, che l’ha sostenuto con il contributo del Consiglio superiore della magistratura e della Cassa delle Ammende: 110 mila euro li ha messi infatti quest’ultima, 41.500 la Regione. L’accordo di collaborazione siglato l’anno scorso prevede la partecipazione anche del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, della Conferenza permanente dei servizi presso la Corte di appello e l’Archivio di Stato di Firenze.

“Dopo oltre un anno di lockdown, ripartiamo con un evento che affonda le radici nella memoria – annuncia il presidente vicario della Corte d’Appello di Firenze, Alessandro Nencini – L’attentato in via dei Georgofili causò una profonda ferita nel tessuto sociale di Firenze. Con il Centro di digitalizzazione abbiamo inaugurato un segmento di un progetto più ampio. La Corte d’Appello mette a disposizione dell’autorità giudiziaria i locali e gli strumenti per poter realizzare la digitalizzazione degli atti dibattimentali. Costituisce un presidio di legalità per mantenere la memoria di quello che è accaduto e rappresenta un punto di partenza utilissimo per le nuove investigazioni. Nel progetto è coinvolta anche l’amministrazione penitenziaria, che ha messo a disposizione persone sottoposte a misure. Per loro rappresenta un riscatto personale e sociale di indubbia importanza”.

“Questi atti, ora digitalizzati, consentiranno di leggere le stragi di mafia del 1993 – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani – Lo si potrà fare sulla base dei documenti dei processi e siamo contenti che oggi si concretizzi un obiettivo su cui la Regione ha lavorato nel corso del tempo. Diventerà ancora di più una memoria condivisa. Ma la digitalizzazione aiuterà anche gli addetti ai lavori”. Non sarà infatti solo una ‘fotocopia’ elettronica degli atti. I documenti potranno essere infatti interrogati, per parole e argomento.

“Il Ministero della Giustizia lancia un segnale importante. E’ un’eredità che lascia al Tribunale, al Distretto di Corte d’Appello e in sintesi alle future generazioni. Lo scopo è quello di conservare la memoria e preservare la nostra storia, compiendo un’attività parallela per il Ministero che è quella di inclusione e reinserimento sociale dei detenuti. L’attività degli archivisti di Stato viene destinata ai detenuti, un’occasione per ricucire il loro rapporto con la società e spendere questa loro formazione nel futuro”, ha commentato Margherita Cardona Albini, Magistrato di Gabinetto, in rappresentanza della ministra della Giustizia.

“La concretezza della memoria è data da questo progetto, si renderanno fruibili gli atti dei procedimenti che saranno consultabili e studiabili dalla comunità e dai nostri giovani. La memoria che ogni anno declamiamo adesso la inveriamo in un atto concreto. Questo progetto è l’esempio emblematico di un modo di lavorare insieme, di integrare le forze di un Paese. Un vero e proprio percorso di giustizia”, ha detto la presidente del Tribunale di Firenze, Marilena Rizzo.

“La digitalizzazione consentirà di conservare i documenti cartacei, che con il passare del tempo correvano il rischio di deteriorarsi, e permetterà di sfruttare tutti i dati contenuti negli atti dibattimentali. Servirà non solo come archivio ma anche come fonte investigativa poiché le indagini su questi fatti non si esauriscono e gli atti potranno servire per la Procura di Firenze e per le altre Procure italiane”, ha sottolineato il procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo.

“Nel seminario di ieri con cui abbiamo ricordato la strage dei Georgofili del 1993 più volte è stata pronunciata la parola ‘verità’ ed emersa la voglia di andare avanti per consegnare alla collettività una lettura chiara di quello che è avvenuto – commenta l’assessore alla legalità e alle infrastrutture della Toscana, Stefano Ciuoffo – Le istituzioni si rafforzano con la verità e rendere questo documenti accessibili e consultabili ci aiuterà, con una memoria salda e condivisa alle spalle, a rivolgerci al futuro”.

 

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